L’artigianato è amore, ricerca, curiosità. E proprio questo profondo rapporto emozionale – ed emozionante – è protagonista dei ritratti che la fotografa Elisa Piccaro ha scattato alle artigiane e designer del M.A.D.A. Temporary Lab durante l’estate 2020. Un progetto che mette al centro i volti delle donne, protagoniste delle attività del laboratorio, e le loro creazioni.
“Sono una fotografa professionista, mi sono appassionata al modo di intendere l’artigianato del M.A.D.A. Temporary Lab e ne faccio parte. Credo molto nelle collaborazioni, nelle sinergie e, assieme a Valentina Bertossi, ho realizzato una serie di ritratti, affidaandole la parte stilistica di alcuni scatti. L’intenzione è quella di raccontare l’artigianato al femminile e il rapporto emozionale che s’instaura tra le artigiane e le loro cre-azioni. Per scelta sono state utilizzate luci naturali, architettura e scorci della città Ducale per contestualizzare i ritratti delle persone assieme agli oggetti che progettano e realizzano con passione.”
Elisa Piccaro
Fotografie di Elisa Piccaro
Progetto e fotografie_ Elisa Piccaro Styling_ Valentina Bertossi Allestimento_ Arch. Francesca Petricich Stampe_ Fine Art su carta cotonata Ultrasmooth_ 30×45 cm
Artigiane e artiste coinvolte_
Elena Borgna_ Labò Francesca Carbone_ Makamom Angela Caporale_ Comunicazione per il M.A.D.A. Temporary Lab Manuela Chiappo_ Mandulis Vania Gasperoni_ Corteccia di Rame Jana Kullmann_ Janecolori Monica Missoni_ Hasu Lab Design Cristina Mocchiutti_ Crimosh Francesca Petricich_ Crea-azione Antonella Pizzolongo_ Noi dell’arte Cristina Regazzo_ SezioneR Giulia Russo_ Capocampione Elise Specogna_ Arte Applicata Ambra Tilatti_ Adelaide 1931 Elena Tuan_ Misia Flavia Turel_ Noi dell’arte Giada Zampar_ Opificio77
Ogni ramo ha la sua declinazione e la sua maestria, ma la fantasia e l’amore del proprio lavoro legano ed incrociano le strade di questi quattro laboratori.
Sperimentazioni orafe, tessuti unici, preziose opere di legatoria e sculture che riportano a nuova vita il metallo. Sono questi i tesori della mostra “Foglie dello stesso albero” che sarà ospitata dalla Galleria Spazio Cortequattro di Cividale del Friuli dal 22 marzo al 14 aprile 2019 in collaborazione con l’Associazione “Noi… dell’Arte”.
I Maestri Artigiani, tutti attivi in Friuli Venezia Giulia, Liviana Di Giusto, Federica e Nicola Mazzola, Paola Matiuzzo e Fabio Comelli portano avanti il loro lavoro, intrecciando l’esperienza e la qualità del “saper fare” con un’alta componente creativa. E così i preziosi tessuti di Arteviva si affiancano all’oreficeria d’autore della Fucina Longobarda Mazzola, alle rilegature e carte ricercate della Legatoria Ciani, alle sculture in metallo dello Studio Comelli.
La mostra “Foglie dello stesso albero” è un’occasione per scoprire e valorizzare mestieri tradizionalmente tramandati di padre in figlio che, oramai, si stavano perdendo. Qui, grazie all’estro e alla passione dei Maestri Artigiani, vengono reinventati e attualizzati: con questo spirito e condividendo questa energia, il gruppo trova ispirazione per le creazioni che sono tangibile testimonianza di come sia possibile dare una nuova linfa vitale ad un arte antica, serbandone intatto il fascino.
L’esposizione nella Città Ducale dove saranno presenti anche delle opere inedite, è la quarta tappa di questo percorso creativo e artistico collettivo. Precedentemente, “Foglie dello stesso albero” è stata ospitata nella Torre Medievale di Tarvisio nel 2016, a Palazzo Meizlik ad Aquileia nel 2017 e al Teatro Nuovo Giovanni da Udine nel 2018.
INAUGURAZIONE
È con piacere che siete tutte e tutti inviati all’inaugurazione che si terrà sabato 23 marzo 2019 alle ore 18.
Esposizione a “FILO LUNGO FILO – un nodo si farà”
COLLEGNO (Torino)
Villaggio Leumann 23-24 settembre 2017
Noi dell’arte e “…STORIE TESSILI”
Tante storie raccontate attraverso tanti fili: ordito e trama, genesi di qualsiasi tessuto, possono tracciare mappe che superano spazio e tempo, legando persone, sensazioni ed emozioni. Il filo racconta anche i luoghi, in maniera inedita, imprevedibile ed evocativa.
Le opere esposte a FILO LUNGO FILO rappresentano, in parte, un peculiare percorso di ricerca stilistica e di contaminazione dei dettami della cultura artistica classica con le sperimentazioni della fiber art contemporanea.
Le artiste e le opere
ROSANNA COLLORICCHIO – LUNGO IL FIUME
Storie cucite assieme, storie dalle anime differenti che si incontrano lungo il fiume. Genti e confini, crude verità e incredibili leggende si sovrappongono come le acque e gli zampilli. Anche la mia storia si è imbrigliata nel corso d’acqua: ripercorro allora dalla foce alla sorgente il suo voluttuoso percorso, così nella mappa immemore del Natisone è il filo a ricondurmi a casa.
LOREDANA GIACOMINI – IL FILO RACCONTA
I sogni di una vita in cui la pazienza e l’immaginazione, unite alla fatica che richiede il telaio, hanno giocato creando il tessuto della mia esistenza, impregnato di umori e passioni. L’intreccio di fili rappresenta lo scorrere delle stagioni e celebra la storia di chi, come me, ha scelto di porre al centro dei propri affetti un telaio. Ciò che unisce il tempo è un filo che ha suggellato i legami affettivi e consentito di uscire dal labirinto dei lavori comuni.
ANTONELLA PIZZOLONGO – TEMPO RIFLESSO
L’impossibile incontro tra la storia e il presente, tra il tempo che scorre e l’immobilità della scatto fotografico: solo il Natisone è l’eterno testimone che riflette, tra le trame, ogni sospiro della Città.
FLAVIA TUREL – RACCOGLIENDO IMPRONTE
Il camminare lungo il fiume, seguendo il suo percorso, osservando lo scorrere dell’acqua, del tempo e delle stagioni, la natura che vi si specchia. Tracce di colori, profumi, impronte di natura, raccolte nel cammino e imprigionate nelle trame del tessuto.
Otto artiste esplorano il fiume simbolo della Città Ducale tra natura e cultura attraverso la fiber-art: “Il filo racconta” è un’esposizione d’arte tessile collettiva organizzata da Noi… dell’arte e ospitata nella Chiesa di Santa Maria dei Battuti a Cividale del Friuli dal 4 marzo al 2 aprile 2017.
Cividale del Friuli è una città di storia e di natura, di grandi personaggi ed abili artigiani, di passaggio per molti e di vita per altri. Le molteplici anime della città ducale si riflettono sul Natisone, testimone immemore delle molte transizioni che fanno grande un luogo. Proprio il fiume è musa ed ispirazione per le otto artiste protagoniste della mostra “Il filo racconta” promossa dall’Associazione culturale “Noi… dell’arte” e ospitata all’interno della Chiesa di Santa Maria dei Battuti, in Borgo di Ponte, a partire da sabato 4 marzo e aperta tutti i fine settimana fino al 2 aprile.
Rosanna Colloricchio, Alice Gregori, Liviana Di Giusto, Loredana Giacomini, Flavia Turel, Antonella Pizzolongo, Antonella Palomba ed Elena Sanguankeo hanno storie differenti, ma legate insieme, letteralmente, da un filo che intrecciano, annodano, tessono dando vita ad opere contemporanee. I loro percorsi convergono nel mondo della fiber-art contemporanea e si incontrano proprio a Cividale, lungo il Natisone.
Realizzata in collaborazione con il Comune di Cividale, “Il filo racconta…” è una mostra promossa e fortemente voluta dall’Associazione culturale “Noi… dell’arte”, attiva dal 2010 nella valorizzazione della cultura artistica e artigianale del saper fare. La Presidente, Antonella Pizzolongo, sottolinea: “l’esposizione cividalese ambisce ad offrire una panoramica sulle potenzialità e sulle realtà dell’arte tessile contemporanea in Friuli Venezia Giulia. Il gruppo di espositrici, accomunate da una forte passione per la multiforme versatilità del filo, si inserisce nella tradizione tessile propria del patrimonio antropologico e culturale del Territorio, ma con punti di vista differenti, originali e contemporanei, propri del mondo dell’arte e dell’artigianato artistico.”
Informazioni: “Il filo racconta…”
Mostra d’arte tessile: IL FILO RACCONTA…storie tessili
Chiesa di S.Maria dei Battuti – Borgo di Ponte, Cividale del Friuli (UD)
Dal 4 marzo al 2 aprile 2017
Orario: venerdì 15-19
Sabato e domenica 10-13 15-19
Espongono: Rosanna Colloricchio, Alice Gregori, Liviana Di Giusto, Loredana Giacomini, Flavia Turel, Antonella Pizzolongo, Antonella Palomba, Elena Sanguankeo.
“Rosis”: poesia e memoria negli acquarelli di Anna Andassio
Venerdì 21 ottobre alle ore 18 inaugura, presso la Galleria Spazio Corte Quattro a Cividale del Friuli, “Rosis”, personale della pittrice cividalese Anna Andassio
Lo spazio espositivo della Galleria Spazio Corte Quattro di Cividale del Friuli accoglie questo autunno una mostra raffinata e delicata promossa dall’associazione culturale Noi… dell’arte. A partire da venerdì 21 ottobre fino a domenica 6 novembre, infatti, la galleria si trasformerà in un giardino onirico grazie alle opere di Anna Andassio. “Rosis”, il titolo della mostra, richiama il soggetto prediletto dalla pittrice cividalese. Tuttavia i quadri non sono semplici rappresentazioni di fiori e giardini, colore e acqua animano, al contrario, un vero e proprio album dei ricordi e delle affettività. “Rosis” è allusione ai piccoli momenti di gioia condivisi con gli affetti di una vita, tra i fiori si possono scorgere amicizie, legami e memorie che permettono anche all’osservatore si essere trasportato in un mondo altrove dove si anima l’emozione.“Assieme ai pennelli, spiega Anna Andassio, il colore e l’acqua prendono forma e, con grazia, danno vita ai miei dipinti. In un istante, il mio animo trasporta un’emozione sul foglio bianco”.
Galleria Spazio Cortequattro
Corte San Francesco 4
CIVIDALE
Inaugurazione venerdì 21 ottobre, ore 18.00
Orario di apertura
sab 22 / dom 23 ottobre 10-12 15-19
sab 29 / dom 30 ottobre 10-12 15-19
sab 5 / dom 6 novembre 10-12 15-19
Anna Andassio è nata a Cividale del Friuli dove vive e lavora. Da sempre appassionata d’arte rivolge la sua attenzione alla pratica pittorica dedicandosi da alcuni anni all’acquerello che alterna alla tecnica mista con colori acrilici. Autodidatta perfeziona le sue abilità pittoriche con gli insegnamenti di artisti come Carla Bastianutti, Odette Cuberli, Gemma Formaglio seguiti ai corsi di formazione di Unione Pittori e presso l’Accademia Artemisia. Ha partecipato a numerose esposizioni.
L’Associazione culturale Noi…dell’arte, che nasce con il proposito di promuovere l’arte e l’artigianato in tutte le sue forme, con l’esposizione “Il filo capovolto” intende proporre artisti che si esprimono attraverso differenti linguaggi, offrendo un’ampia visione dell’arte contemporanea, con il confronto di opere ed installazioni inserite nel contesto delle collezioni tradizionali del Museo. Opere di concezione moderna che rappresentano la continuazione di una ricerca stilistica fortemente connessa con i dettami della cultura artistica odierna mettendo in luce ricerche e sperimentazioni d’arte tessile che sfociano nell’arte contemporanea e viceversa.
L’idea del progetto espositivo, frutto della collaborazione con le associazioni udinesi Altreforme e Ilsegnozero, prende spunto da una delle leggende della tradizione popolare friulana legata alle “AGANIS” in cui si narra di una donna che aiutò una salamandra a partorire. La salamandra era in realtà un’Agana, la quale, per ricompensare la donna del suo aiuto, le regalò una matassa di lana il cui filo non finiva mai. Lavorando la matassa la donna potè allevare i suoi figli. Si dice che quella matassa passi di mano in mano e continui ancora a girare. Il filo che non finisce mai può anche rappresentare metaforicamente l’ispirazione di cui l’artista ha continuamente bisogno per nutrire il proprio lavoro. Questo è il punto di incontro degli artisti, provenienti da universi artistici differenti, che hanno trovato nella collezione espositiva del Museo Etnografico del Friuli e nella leggenda delle “Aganis” l’ispirazione, fluida e originale, per costruire qualcosa di personale che assume un significato collettivo nell’esposizione.
Il filo è un’immagine archetipica potente, ed è stato protagonista del fare lungo tutta la storia dell’umanità: un filo che, appunto, non finisce mai, ma si trasforma continuamente.
Il filo, infatti non viene più utilizzato esclusivamente per la realizzazione di un prodotto bello e prezioso, ma viene impiegato dagli artisti come mezzo per denunciare una serie di stereotipi che faticano a morire, per svelare inquietudini e sensazioni, per costruire ponti tra passato e futuro. Il filo capovolto del titolo vuole evocare proprio un mondo di contrasti e contraddizoni, di differenze e di distanze che solo un filo può legare.
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